Intervista al fondatore di dPixel.
Gianluca Dettori è fondatore e presidente della Dpixel, società di consulenza specializzata in Venture Capital nel settore digitale, con sedi a Milano e San Francisco. La società opera principalmente in Italia, ma effettua investimenti anche negli Stati Uniti e in Europa, ed è oggi una delle migliori realtà nel campo degli investimenti sulle startup.
Gianluca Dettori, classe 1967, dopo la laurea in economia a Torino e le esperienze in Olivetti – lanciando il portale Italia On Line (divenuto poi Libero) – ed in Lycos Bertelsmann – per preparare il debutto in Italia del motore di ricerca- nel 1999 lancia Vitaminic, la prima piattaforma italiana per la distribuzione di musica digitale, portandola alla quotazione di Borsa nel 2000 e alla fusione con Buongiorno nel 2003.
Nel 2006 comincia ad occuparsi di Venture Capital tencologico fondando la Dpixel, e finanziando diverse iniziative fra cui, oltre a Sardex.net, Vivaticket, Crowdengineering, Im3D, Sitonline, SmartRM, Banzai, SEO lab, Kiver, Sounday, Ibrii, Liquida e Urbissimo.
dPixel si può descrivere brevemente così: una società di successo per startup di successo. Il suo segreto sta, oltre ad una grande competenza tecnica, anche in un istinto innato nel trovare e nel finanziare nuove idee che col tempo si dimostrano, oltre che innovative, vincenti.
Con l’acume che la caratterizza, dPixel s’interessò immediatamente a Sardex.net facendo un investimento che, ad oggi, passati un paio di anni, continua ad entusiasmare ed a rendere orgoglioso il chaiman Dettori:
«Sardex.net è uno dei progetti più sofisticati e innovativi che ho visto negli ultimi 15 anni, ed ho avuto la fortuna di averla finanziata ed essere nel Cda; ma anche per me è difficile spiegare cos’è in maniera succinta, per il semplice fatto che ribalta tutte le concezioni che noi abbiamo di ricchezza e di denaro, fossilizzate da anni di concezione capitalistica dei termini. Sardex.net è partita da un caso già esistente che è Banca WIR in Svizzera, che transa 1 miliardo e 300 mila franchi all’anno – credo sia la quarta banca di credito svizzera – e fa ruotare intorno a sé circa 60/70 mila imprenditori.
L’intuizione è stata portarla in Sardegna e con la digitalizzazione svilupparla ulteriormente. Sardex.net funziona come una grande camera di compensazione in cui una moneta consente di scambiare beni e servizi dentro a esso, ed è una moneta pensata per lo sviluppo dell’economia del territorio, si compara e utilizza solo in Sardegna. In realtà ci sono mille aspetti dietro a Sardex molto affascinanti ed è una tendenza che può trasformare l’economia in maniera radicale».
Quale sarebbe la vera rivoluzione di Sardex?
«In buona sostanza, mentre la moneta ha due funzioni, di cui una di accumulare ricchezza (se ce l’ho in tasca, sono ricco), e l’altra di consentire di fare transazioni (se te la do, mi dai in cambio qualcosa), Sardex ha tolto la possibilità di accumulazione; non ha senso tenersela in tasca, è credito che hai maturato coi tuoi beni e servizi e non genera interessi, quindi serve solo per spendere. In tale maniera la circolazione del Sardex è 11 volte superiore all’euro: 1 Sardex genera 11 euro di Pil, 1 euro di finanza genera 1,4 euro di Pil. Insomma è un fortissimo stimolo al commercio ed incrementa il fatturato del circuito, ne riduce i costi e apre l’acceso al credito anche a chi non ne ha diritto secondo gli standard tradizionali».